lunedì 30 luglio 2012

Sera di mezza estate

KullerMieTze
Eccola li...è proprio lei!
Inaspettatamente era li, a pochi metri da me, avevo sempre sperato di reincontrarla ma quella sera proprio non me l'aspettavo.

Lei non mi aveva ancora visto, o forse si, ma decisi di guardarla con insistenza sperando che il suo sguardo incontrasse il mio.
Successe, per un'attimo gli sguardi si incontrarono, distolsi lo sguardo ma ritornai a fissarla dopo qualche secondo quasi per accertarmi che non era stato un caso. Lei mi stava ancora guardando, sorrisi accennando un saluto che lei ricambiò. Era esattamente come me la ricordavo, il suo portamento, il suo modo gioviale e amichevole con le persone che la circondavano.
Era successo solo una volta, parecchi anni prima, una sera con amici, un passaggio in auto fino a casa in nome dell'amicizia che ci legava, una sosta non programmata, le labbra che si avvicinano e la passione che esplode, incontrollabile, poi la dolcezza del dopo, quasi a sottolineare il sogno che si era coronato.
La rividi qualche settimana dopo, ancora per caso, mano nella mano con colui che qualche giorno dopo il nostro incontro le aveva conquistato il cuore. Capii che ero stato la follia di una sera, che l'amicizia non era perduta ma era l'unico sentimento che ci poteva legare.
Ora a distanza di quasi 8 anni era li, a pochi metri, cerco lui tra gli amici che la circondano ma non lo vedo, un pensiero folle mi attraversa la mente, una flebile speranza si riaccende. La vedo prendere le sigarette e avvicinarsi all'uscita, il nostro vizio comune mi stava offrendo una possibilità, aspettai qualche secondo che parve un'eternità e uscii anche io, era li, sola. "Ma guarda chi c'è qui! Come stai?" "Bene e tu? quanto tempo è che non ci vediamo?" "Parecchio, parecchio davvero" "E come va? ti sei sposata?" una risatina mi fece capire che era meglio lasciare perdere, un suo amico ci raggiunse e dovemmo giocoforza interrompere la nostra conversazione, la sua combriccola se ne stava andando e mi lasciò con un laconico "ci vediamo, fatti vivo!"
Era una parola, come avrei fatto a contattarla? Non mi restava che una possibilità, il libro delle facce...mi collegai ad Internet la sera stessa, entrai in facebook, digitai il suo nome e cognome e attesi trepidante il risultato della ricerca...c'erano 4 contatti possibili e il quarto era lei!
Le scrissi un messaggio, "mi ha fatto piacere reincontrarti, non sei cambiata minimamente, cosa è successo in questi 8 anni?", la risposta arrivò il giorno seguente "anche a me ha fatto piacere reincontrarti, anche tu non sei cambiato, in questi 8 anni sono stata con una persona che ora non c'è più, se ne è andato per la sua strada"
Mi si aprì il cuore...la speranza cresceva!
Riuscii a convincerla ad uscire per un'aperitivo, serata semplice e stupenda passata a chiacchierare amabilmente, mi raccontò che aveva ereditato una casa in un paesino quasi in montagna poco distante, una bellissima casa in pietra con un vigneto, si ricordava della mia passione per i vigneti. Di fronte alla mia incredulità mi offrì di mostrarmi la sua nuova proprietà. Salì sulla mia macchina, guidai per circa mezz'ora per strade strette e tortuose, la conversazione si assopì, sentivamo entrambe il nervosismo crescere, sapevamo tutti e due cosa sarebbe potuto succedere, e cercavamo di capire l'uno verso l'altra se il desiderio era condiviso, quando non ero io a chiedere quanto mancasse alla nostra meta era lei a sottolineare che mancava poco.
Finalmente giungemmo a destinazione. Era una calda serata estiva, la luna quasi piena rischiarava le colline e le montagne con ancora qualche chiazza di neve delle abbondanti nevicate dell'inverno. Scendemmo dalla macchina e ci avviammo lungo una stradina sterrata, pochi passi e giungemmo nel cortile della cascina. Il panorama era emozionante, le lucciole puntinavano il vigneto e le pietre della casa rilucevano nel chiarore della luna.

Scendemmo pochi scalini e ci addentrammo nel vigneto, iniziai un'improbabile dissertazione sulla qualità dei vitigni e le tecniche di allevamento mentre sentivo il desiderio crescere. "Sei proprio fortunata, sarebbe il sogno della mia vita una cascina in un vigneto" le diedi una pacca sulla spalla ma non ritrassi la mano che rimase appoggiata, titubante in attesa di una sua reazione, si avvicinò e mi passò il braccio dietro la schiena, all'altezza dei fianchi. Fu come se mi avesse chiamato a se, mi girai e avvicinai il viso al suo, sentivo il suo respiro caldo e rotto dall'emozione, chiusi gli occhi e la baciai, dapprima dolcemente poi il desiderio aumentò e la foga prese il sopravvento. Mi mise le mani dietro la nuca e mi tirò a sè, come per permettere alle nostre lingue di trovarsi in tutta la loro lunghezza.
Abbassai le mani lungo i fianchi seguendo le sue prorompenti curve e le afferrai i glutei, trattenne il fiato e spinse il bacino verso il mio. Il mio sesso turgido la reclamava, sentii il suo monte di venere premere sul mio desiderio e immediatamente lei arretrò di quel poco sufficiente a frapporre qualche centimetro tra noi, smise di baciarmi limitandosi a guardare il mio viso, come se stesse cercando di capire se ero davvero io, piegai il capo e cercai di avvicinare le mie labbra alle sue.
Quasi simmetricamente mosse la testa all'indietro come per sfuggire alle mie labbra, cosa stava succedendo? Era a pochi centimetri da me, ma sembravano una distanza impercorribile, d'improvviso il suo sguardo assente si risvegliò, come se un flash l'avesse riportata li, con me, in quel preciso momento. La sua mano strinse i miei capelli dietro la nuca e mi tirò la testa all'indietro, lentamente ma inesorabilmente, non opposi resistenza, l'altra mano abbandonò la presa e si aggrappò al colletto della mia camicia, sciolse i primi due bottoni e lasciò il posto alle sue labbra umide della mia saliva, sentii chiaramente la sua lingua sfiorarmi il petto e un lungo respiro ad annusare la mia pelle. Alzò la testa guardandomi dritto negli occhi mentre la sua mano fulminea afferrava tutta la mia eccitazione attraverso la stoffa dei pantaloni stringendola quasi dolorosamente. Poi rimase immobile. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, mi tuffai su di lei, incollai le mie labbra alle sue e le mani sui suoi glutei iniziarono a far risalire al gonna lungo le gambe tonde e bianche come il latte. Le mie dita incontrarono le coulottes di pizzo nero e il calore della sua pelle filtrava tra il tessuto leggero, risalii fino a trovare l'elastico che mi separava dalla sua pelle, forzai quell'ultima flebile difesa e la sua pelle liscia e calda mi riempì le mani. Il ritmo del suo respiro cresceva, la sua bocca avida iniziò a mordere le mie labbra come per invitarmi a continuare, piegai leggermente le gambe per afferrarla meglio, le divarcai i glutei e scesi verso la sua eccitazione, le dita incontrarono il suo caldo e umido desiderio. Quel contatto fece cadere la mia ultima titubanza, sfuggii la morsa delle sua labbra, mi piegai in ginocchio di fronte a lei sfilandole contemporaneamente le coulotte spingendola all'indietro per farla sedere su una grossa pietra dietro di lei. Schiuse le sue gambe per la mia bocca, la sua rada peluria scura era intatta, avvicinai il viso e il suo caldo odore dolciastro mi pervase, indugiai qualche secondo per godere di quel profumo immaginando il suo sapore, la sua impazienza prese il sopravvento e una sua mano si appoggiò sulla mia testa. La sua presa sui miei capelli aumentò mentre superavo i pochi centimetri che mi separavano da lei, sfiorai le grandi labbra con la lingua che si schiusero scoprendo le piccole labbra, lei inarcò la schiena e aumentò la stretta sulla mia nuca, affondo la lingua e un fremito la percorre, le sfugge un gemito soffocato, prendo il respiro e l'affondo completamente. La sua eccitazione mi bagna il viso, aumento la pressione, voglio sentirla tutta, il suo calore per me, risalgo leggermente e sento il suo clitoride durissimo, lo sfioro con la lingua ed un altro gemito le sfugge, il suo corpo mi chiede di continuare e io non ho intenzione di smettere. Mi concentro su di lui, lo bacio, lo serro tra le labbra succhiandolo dolcemente, le mie mani sulle sue cosce la serrano in una morsa di desiderio. È mia, i suoi gemiti ormai incontrollati mi urlano di continuare, il suo respiro affannato segna il tempo dell'orgasmo che sta per esplodere, è vicino, mi preparo a bere di lei, la sento trattenere il respiro mentre la sua schiena si inarca e un gemito sfugge dalle sue labbra contratte. Le sue gambe tremano mentre un fiotto dolciastro caldissimo mi invade la bocca. Perdo le staffe e continuo con maggior vigore ed eccone un'altro e un'altro ancora mentre i suoi gemiti si trasformano in urla di piacere. La sua mano abbandona la presa sui miei capelli, è sazia, sono sazio di lei, sposto le mie attenzioni sull'interno delle sue cosce baciandole. Il suo godimento gocciola ancora dal mio viso, mi prende la testa con le mani e mi tira a lei, avvicina il suo viso al mio, e mi bacia avidamente, la sua bocca asciutta fa da contraltare alla mia bocca invasa di lei, del suo piacere. Come un ferormone notturno il suo sapore sulle mie labbra riaccende il suo desiderio, la sua bocca ritorna avida, le mie labbra dinuovo martoriate dai suoi morsi, mi afferra per la camicia sfilandola dai pantaloni e mi invita ad alzarmi nuovamente in piedi mentre lei si sposta, sempre seduta sulla pietra avvicinandosi a me.
Mi alzo, le sue mani frementi afferrano la mia cintura e la slacciano con facilità, il bottone dei pantaloni è un baluardo insignificante in confronto al suo desiderio, nella penombra li sento scivolare ai miei piedi, la mia eccitazione è trattenuta a stento dai boxer aderenti bianchi che riflettono la flebile luce della luna, le sue mani mi stringono i fianchi e si spostano sui glutei mentre la sua bocca bacia il mio turgido desiderio attraverso la stoffa dei boxer. Sento il suo caldo respiro su di lui e il mio desiderio inumidire il mio sesso.
Le sue mani sui miei fianchi afferrano i boxer e li abbassano trascinando con loro l'oggetto del suo desiderio che scatta verso l'altro quando la morsa dei boxer abbandona la presa. Lei si ferma, lo guarda mentre le sue mani esitano ancora sui miei boxer ormai all'altezza delle ginocchia, lo afferra dolcemente, abbassa la mano per scoprirlo e liberarlo, violaceo e umido per il desiderio, alza lo sguardo e mi fissa negli occhi, un secondo che dura un'eternità, chiude gli occhi una frazione di secondo prima di portarselo alle labbra quel tanto che basta per prepararmi al contatto con la sua bocca. La mia più fervida immaginazione non si è minimamente avvicinata alla realtà, la sensazione al contatto con la sua lingua è un'esplosione di lussuria, la sua bocca calda lo accoglie quasi completamente, la sua mano abbandona la presa e si sposta in basso massaggiando lo scroto e spingendolo verso l'alto come per facilitare l'entrata del mio sesso nella sua bocca, mi sento in estasi, appoggio la mano sulla sua testa accarezzandole i capelli, i suoi movimenti sono sinuosi e mai prevedibili, aumenta il ritmo, poi rallenta aumentando la pressione delle labbra su di lui, si ferma, lo stringe con la mano massaggiandolo con vigore, poi lo scopre tutto e lo imbocca fino alla base, ansimo, ogni variazione è un tuffo al cuore, la sua imprevedibilità la mia tortura, un suo gemito e la scintilla che mi incendia, un rantolo mi sale dal profondo preannunciando l'orgasmo inarrestabile, le appoggio le mani sulla testa per staccarla da lui mentre i fremiti del piacere mi assalgono, lei oppone restistenza, vuole averlo mentre esplode, mi abbraccia i glutei per evere la certezza che non riesca a farle perdere la presa e lo affonda nella sua bocca mentre esplodo con un gemito prolungato, senza fiato. Sento la sua lingua roteare intorno al mio sesso che le dona tutto il mio piacere mentre le mie mani le stringono i capelli. Lo attende tutto, premendolo con la lingua sul palato, poi lentamente sposta la testa all'indietro liberando il mio sesso che esausto sta perdendo il suo turgore. Con un piccolo schiocco è libero...Lei si alza in piedi, gli occhi socchiusi, le nostre lingue si intrecciano portando il nostro sapore uno all'altra, i cuori si calmano, il battito ritorna regolare.
Abbracciati, ora coricati nell'erba, scrutiamo la notte nel vigneto, con le lucciole che danzano intorno a noi e i lampi all'orizzonte a testimoniare temporali lontani.


(Foto in apertura per gentile concessione di KullerMieTze:
http://www.facebook.com/pages/KuLLerMieTze-BBW/297268950305377)

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